giovedì 21 aprile 2011

Il Marketing della Fidelizzazione

Uno dei problemi di maggiore rilevanza economica per i manager, è lo scadente servizio reso ai clienti dalle aziende, così come il declino della qualità dei beni. Ciò, malgrado il servizio alla clientela rimane una zona piuttosto negletta nella maggior parte delle attività industriali e commerciali.   Ogni responsabile di azienda sa quanto sia elevato il costo d’ottenimento dei nuovi clienti, ma solo in numero molto minore  quelli che sembrano rendersi conto dell’alto costo della perdita dei clienti. Ciò accade in parte perché le vendite e il marketing costituiscono il lato attivo degli affari, mentre il servizio alla clientela – ossia  la conservazione dei clienti dopo che sono stati conquistati – viene generalmente considerato come un lavoro monotono e tedioso di “mantenimento”.  Gran  parte dei manager, al giorno d’oggi, se interrogati sul loro servizio ai clienti, dà risposte che sono o ambivalenti, oppure hanno sapore di autentica indifferenza. “Non è male” dicono alcuni, oppure “E’ meglio di tanti altri”. “Certo che accade di perdere qualche cliente, ma che cosa possiamo farci? Muoiono, si trasferiscono, o qualcuno in fondo alla strada fa un prezzo migliore”.  Le aziende condotte male sono sempre esistite, naturalmente, e molte di esse hanno trovato un qualche modo di sopravvivere più a lungo di quanto avrebbero meritato – spesso – perché erano l’unica risorsa in città, e spesso perché giuocavano con carte truccate. Ma le regole e le condizioni stanno rapidamente cambiando, e il numero e il calibro dei giocatori stanno aumentando quasi esponenzialmente. Sono ormai poche le aziende che godono di un perenne monopolio o di un decisivo dominio nella loro area di mercato. La concorrenza sta diventando numerosa, sofisticata e agguerrita in ogni settore. Per le aziende che non imparano come trattenere i clienti dopo averli acquisiti, il problema è molto semplicemente quello della sopravvivenza. Il trattamento adeguato ai clienti – chiamato anche, nel linguaggio industriale “l’assistenza ai clienti” – è ora diventato un argomento decisivo per il management. Per questo motivo nessuna vendita è definitiva. Dopo che il marketing e le vendite si sono assicurati un nuovo cliente, è poi compito di tutti fare in modo che questo cliente rimanga aggiudicato. Le vendite o in genere qualsiasi funzione di marketing, dovrebbero essere viste come un lavoro in due tempi: procurarsi i clienti, e conservarli. La prima di queste fasi raramente soffre per mancanza di attenzioni o risorse inadeguate. Nei budget della pubblicità, promozione e vendite, ogni azienda normalmente profonde grossissime quote del proprio budget operativo totale. Mentre invece il “marketing della fidelizzazione” – il mestiere di conservare questi clienti così faticosamente conquistati – non gode di alcun stanziamento nel budget. Salvo poche eccezioni, non è nemmeno legittimato come parte distinta del modo di condurre gli affari. Le ricerche dimostrano che, a seconda del settore considerato, costa da 5 a 7 volte di più conquistare un nuovo cliente che non trattenerne uno esistente. La maggior parte delle imprese non ha molte remore nel giustificare l’alto costo dell’acquisizione di nuovi clienti, purché costituiscano un incremento netto nel giro di affari. Ma come la mettiamo se questi nuovi arrivati diventano soltanto una sostituzione di vecchi clienti che se ne sono andati arrabbiati? Ogni volta che un vecchio cliente deve essere rimpiazzato, bisogna fare un nuovo investimento per riempire lo stesso spazio lasciato da quello vecchio. E se il primo cliente era di quelli che procuravano un consistente giro d’affari prima di abbandonarvi, per rimpiazzarlo potreste finire a spendere da 10 a 14 volte di più di quanto costerebbe renderlo più soddisfatto.
Questo costo addizionale diventa ancora più probabile se consideriamo la “regola dell’80/20”, che dice che in molti casi il 20% dei clienti conta per l’80% dei volumi di vendita. Chiaramente, la scomparsa di uno qualsiasi dei clienti appartenenti alla fascia del 20% po’ costituire una perdita severa. E può essere ancora più grave se questo cliente mancante non viene sostituito da un altro che faccia parte di questo club del 20%. In tal caso potrebbero risultare necessari fino a 5 clienti con modesto giro d’affari per rimpiazzare uno grosso che se ne sia andato!
Visto sotto questa angolazione, il marketing della fidelizzazione assume ben altro significato che non quello di un ruolo semplicemente passivo, difensivo, nel quale viene regalato dalla maggioranza delle imprese. E se i reclami dei clienti vengono risolti favorevolmente, il 90% degli stessi rimane fedele. Quindi, per un’azienda che abbia veramente interesse a fornire nuovi servizi, ogni reclamo è realmente un’opportunità per correggere un problema o fare qualcosa di meglio, nonché una ulteriore possibilità per preservare una valida relazione commerciale con il cliente. Siccome la concorrenza continua a farsi sempre più accesa in quasi ogni campo, le imprese che sperano di sopravvivere debbono dedicare sempre maggiori attenzioni al comportamento dei loro clienti. I clienti possono essere considerati un patrimonio, ma non sono certo una merce e non possono essere trattati come tali. I consumatori di oggi hanno aspettative maggiori e un più forte senso dei loro diritti.

Dott. Giampiero Guglielmi
Consulente Marketing

martedì 12 aprile 2011

Il Marketing nel Fitness

Il marketing nel fitness, dal marketing classico al marketing relazionale:

Il Marketing relazionale rappresenta la nuova frontiera della politica commerciale dei fitness center. Questo quanto emerge dall'analisi del settore, dalle esigenze dei consumatori, dalle finalità degli investitori. Per capire meglio il mutamento di prospettiva, occorre fare un passo indietro, al fine di comparare le caratteristiche del marketing classico rispetto alle moderne tendenze. Con l'evolversi delle abitudini, della capacità di spesa dei consumatori, dell'offerta del fitness, è cambiato, anzitutto, l'obiettivo principale del marketing plan. Se un tempo l'allargamento indefinito del numero dei clienti rappresentava il massimo, e migliore, risultato ottenibile, le attuali dinamiche di settore sono costrette a fare i conti con un segmento pressoché saturo, almeno a livello di competitors, e anche se le previsioni contemplano un progressivo aumento dei praticanti, la crescita delle adesioni non potrà essere più esponenziale, così come accadeva negli anni '90. Di conseguenza, il vero traguardo è costituito, ad oggi, dal mantenimento della clientela esistente.
Ma quali strategie adottare? Il marketing classico prevedeva la messa a punto di una vastissima gamma di prodotti e servizi, da proporre e commercializzare ad un numero indefinito di fruitri. Quello relazionale si basa sulla creazione di rapporti personali fra cliente e fitness center.
Prima conseguenza del diverso approccio di mass marketing, la cosiddetta profittabilità. La vendita di corsi e promozioni sugli abbonamenti non accompagnata da adeguate relazioni personali e preferenziali con il singolo cliente garantisce ricavi a breve termine e nulla più. Il consumatore non fidelizzato, infatti, è un consumatore fortemente esposto alla concorrenza dei competitors. Gli introiti ottenuti mediante tecniche di marketing relazionale, invece, vanno valutati a lungo termine, ma proprio per questo garantiscono migliori opportunità di programmazione.
Passando, poi, all'importante momento della comunicazione, si evidenzia come, un tempo, il messaggio aziendale fosse unico, indefinito e, soprattutto, univoco/unidirezionale. La nuova frontiera è costituita, invece, dai rapporti personalizzati e, soprattutto, interattivi. Il controllo della customer satisfaction diventa così il presupposto principale per il mantenimento del cliente.
Cerchiamo, ora, di capire quali sono le modalità mediante le quali è possibile creare un rapporto preferenziale con il fruitore. Gli strumenti utilizzabili possono essere, ad esempio, il sondaggio telefonico sui clienti reali, ovvero quelli già in possesso della tessera associativa del club. Anche le interviste all'uscita assolvono al medesimo scopo. Si consideri, dal punto di vista pratico, che i questionari da sottoporre ai consumatori devono essere molto brevi, mai più di 10 domande, meglio se chiuse, per una durata complessiva non superiore ai 3 minuti.
Migliorare i servizi per i clienti, quindi, e, al contempo, consentire loro di giudicare il prodotto offerto, rendendo partecipe l'azienda delle relative opinioni, e consigli; questo l'assioma principale da tenere in doverosa considerazione. Non si tratta, è ovvio, di finalità esclusivamente etiche. Statisticamente, infatti, il mantenimento di un cliente costa all'incirca 1/3 rispetto all'esborso sostenuto per acquisirne uno di nuovo. Senza contare il passaparola, che da sempre rappresenta la migliore e più economica forma di pubblicità esistente.
In buona sostanza, quindi, le più recenti tecniche di marketing, confermano la definitiva cessazione dell'era in cui "sparare nel mucchio" conduceva a risultati apprezzabili dal punto di vista del rapporto costo sostenuto/contatti acquisiti. Meglio affidarsi alle relazioni personali.

Dott. Giampiero Guglielmi
Consulente Marketing



     

lunedì 4 aprile 2011

Il Fitness 2011

Il 2011 rappresenta un'anno difficile per l'economia e per i mercati tutti. Un settore che non accusa la crisi e' quello del Fitness. Le stime di mercato danno il settore in crescita nonostante un trend economico in ribasso. Il benessere e la salute non accusano, ma tantissimo ci sarebbe da "fare" nelle aziende sportive in speciali modo in quelle leccesi e salentine. Nella sola città di Lecce si contano decine di strutture che propongono il servizio fitness, ma quante sono quelle organizzate, strutturate e gestite per offrire qualità e professionalità?
A mio modo di vedere, pochissime sono quelle gestite come "aziende", la stragrande maggioranza sono ancora a gestione familiare; e per un settore in continua crescita come per l'appunto il Fitness, tutto ciò e' inammissibile. Assisto ancora a situazioni che erano normali negli anni 90, non vedo strutture in grado di differenziare i propri servizi, e cosa ancora più grave, non si pensa che il cliente attuale e' più competente e più pretenzioso di allora.
Una soluzione?
Voi clienti, PRETENDETE strutture adeguate e innovative, gestite con professionalita' e con grandi attenzioni nei vostri riguardi.
Siete voi a decretare il successo o il fallimento del centro, siete voi che decidete se il personale che ci lavora e' professionale; siete voi che decidete di acquistare oppure no i servizi. NON DIMENTICATELO!
Dott. Giampiero Guglielmi
Consulente Marketing